Davide quasi batte Golia. Questo è il bello delle vela. Un piccolo scafo di 34 piedi in vetroresina costruito negli anni Settanta per poco non ha la meglio sul mostro in carbonio di 52 piedi. Ha lascito tutti con il fiato sospeso fino all’ultimo: come in una favola, una barca di 34 piedi disegnata da Sparkman&Stephens ha rischiato di vincere questa ultima e durissima edizione (31 le barche che si sono ritirate) della Sydney Hobart, una delle regate più impegnative al mondo. Un mito per tutti gli appassionati di vela.
Quikpoint Azzurro, questo il nome dell’imbarcazione di Shane Kearn che ha rischiato di fare il “colpaccio”, era lo scafo più piccolo iscritto alla regata ma per poco non ha battuto tutti in tempo compensato, facendo tremare l’equipaggio del TP52 Balance che alla fine ha vinto, per poco, in overall, grazie anche a a poche miglia dall’arriva a Hobart, il vento abbia “mollato” il piccolo 34 piedi. Quikpoint Azzurro ha tagliato la linea d’arrivo al 71esimo posto in tempo reale, ha vinto la classifica assoluta ORC precedendo il TP52 Balance e tutti gli altri, si è classificato terzo assoluto in IRC (dietro a Courriere Leon del francese Gery Trentesaux, che lo scorso agosto ha vinto la Rolex Fastnet Race), primo assoluto nella classifica Corinthian e naturalmente ha vinto la sua classe 4 Irc e 3 Orc. Solo per un’oretta di bonaccia davanti all’arrivo non ha vinto tutto, ma comunque ha realizzato un sogno irripetibile e incredibile. Questo è uno di quei momenti rari, in cui la vela racconta la sua faccia più bella: se si sa navigare, si può vincere anche con una piccola barca, vecchia, che costa meno della tormentina di uno dei grandi!