A un mese esatto dall’inizio del TAG Heuer VELAFestival 2016, oggi ci sentiamo degli chef, mentre stiamo preparando la quarta edizione del TAG Heuer VELAFestival, la terza edizione della VELA Cup e la 25esima edizione del Velista dell’Anno. E ci siamo resi conto che l’ennesima riunione di coordinamento assomigliava sempre di più alla preparazione di un piatto culinario.
Innanzitutto, come fa un bravo chef, ci siamo chiesti che percentuale di ogni ingrediente dobbiamo usare? Abbiamo sintetizzato i cinque elementi principali e quindi azzardato delle percentuali, eccole: innanzitutto “le barche” a cui abbiamo dato il 19% di dosaggio, poi “gli accessori”, che comprendono tutto quello che ruota attorno alla vela, servizi compresi. Gli abbiamo dato il 21%. Il terzo componente, per rendere più gustosa la ricetta, riguarda gli eventi, imprescindibile elemento per far sì che il VELAFestival non sia solo una noiosa fiera nautica specializzata. La sua percentuale è di un bel 18%. Ci teniamo particolarmente al quarto ingrediente, quello della “festa”. Perchè se non ci si diverte vale il discorso di prima, ci si annoia ad un certo punto e si torna a casa scontenti. Per ultimo, ma solo in ordine di apparizione, il quinto ingrediente delle “attività”, un appellativo un po’ criptico per definire tutto quello che si può fare attivamente in banchina e sulla spiaggia del VELAFestival: provare barche, giocare a fare il marinaio, partecipare alle gare, ecc. Anche qui il dosaggio è del 17%. La somma di tutti e cinque gli ingredienti ovviamente fa 100, ovvero 100% vela da ogni angolo si guardi.
Ci sembra, immodestamente, che sono talmente tanti gli elementi della preparazione del piatto VELAFestival che difficilmente un appassionato potrà rimanere deluso. O almeno così speriamo. Perchè, sempre come fa il bravo chef, quello da tre stelle Michelin e non da comparsata televisiva, bisogna tener conto del pubblico a cui ci si rivolge. E noi vogliamo soddisfare ogni genere di appassionato di vela. Perchè il nostro mondo è piccolo in termini assoluti, ma sono tante le tipologie di velista. C’è, solo facendo qualche esempio, il crocierista puro, il derivista sfegatato, il regatante. E ancora, quello che odia la bolina e quello che non aspetta altro che di risalire il vento. C’è chi ama dormire in rada, mentre altri la sera vogliono tornare in porto. Tutti però hanno la stessa malattia, quella di farsi spingere dal vento per avanzare sull’acqua. Su questo sono d’accordo tutti i velisti, esperti o meno. E noi imbastiamo il VELAFestival per tutti, senza preclusioni di sorta. Sperando che, alla fine della visita lungo le banchine di Santa Margherita Ligure, potrete dire: sì, quelli del Giornale della Vela hanno azzeccato il mix degli ingredienti. Il piatto a base di vela è buono. E a casa si torna felici.