Dietro all’elegante forma delle #plasticfantastic, si cela un nome di tre lettere, IOR. Quella prua e poppa slanciate, la larghezza massima a centro barca, il bordo libero basso, elementi che caratterizzano le barche in vetroresina costruite sino al 1995, sono figlie di quella sigla, che sta per International Offshore Rule.
Dalla fine degli anni ’60 sino a metà degli anni ’90 lo IOR è stato il sistema di misurazione che permetteva a barche diverse tra loro di competere ad armi pari, determinando un vincitore assoluto indipendentemente da chi fosse arrivato per primo. Il risultato di una serie di misurazioni era l’assegnazione ad ogni barca un numero magico, il rating. Una sorta di handicap come quello che permette ad un giocatore di golf amatoriale di competere con un campione.
In tutto il mondo, caso unico, in qualunque mare si navigasse le barche cabinate regatavano tra loro con la formula IOR. E fu un grandissimo successo perchè tutte le barche prodotte in serie che nacquero in quei 30 anni erano molto simili. Il motivo è semplice, venivano progettate seguendo questo regolamento.
Facile identificare oggi una barca IOR, potete riconoscerla anche voi: ha una prua slanciata e non, come adesso, quasi dritta. Il secondo indizio per identificarla è la poppa che è anche questa dotata di un bello slancio con lo specchio di poppa negativo, ovvero con un angolo che rientra verso la coperta. Terzo elemento distintivo è la larghezza massima, notevole ma concentrata a centro barca mentre le estremità prodiere e poppiere sono più sottili.
Ecco, senza entrare nei dettagli gli elementi estetici che distinguono una barca IOR. E le rendono così eleganti e belle da vedere.
Se poi prendete il timone e ci navigate le troverete capaci di fare ottimi angoli di bolina mentre in andature di poppa saranno di difficile governo, molto “ballerine” e a rischio straorzata con vento forte. Per quanto riguarda il passaggio sull’onda, è dolce anche quando il mare viene da prua. Sono comportamenti che vengono definiti “marini”.
Mai nella storia dello yachting, la progettazione delle barche di serie da crociera è stata così influenzata da un regolamento nato per le regate come nel periodo IOR. Si può dire, senza essere smentiti, che la nascita delle barche di serie in vetroresina coincide con quello dello IOR.
Il motivo di questo successo è semplice, erano belle da vedere, eleganti, marine, sicure. E piacevano moltissimo agli armatori. Per questo motivo tutti i progettisti e i cantieri si adeguarono e produssero modelli con quelle forme slanciate e marine. Ed è anche per questo che abbiamo creato l’iniziativa #plasticfantastic che culmina con la loro celebrazione durante il VELAFestival, a Santa Margherita Ligure dal 5 all’8 maggio. Se la vostra barca è una #plasticfantastic, iscrivetela qui. La pubblicheremo sul nostro sito a questa pagina.
Ecco alcuni esempi di barche IOR che ci avete già inviato:
KAILA – VAJRA 25
ANNO: 1982 – PROGETTISTA: SERGIO LUPOLI – CANTIERE: ELIVELA SRL – LUNGHEZZA: 25ft – BREVE STORIA / DESCRIZIONE DELLA BARCA: “Kaila è un Vajra 25 piedi, progetto di Sergio Lupoli. E’ un piccolo cabinato, della dimensione giusta per divertirsi nelle uscite giornaliere. Kaila è un !/4 Tonner che da il meglio di sè tra gli 8 e 14 nodi. Ora dopo qualche hanno di oblio sta rivivendo una nuova giovinezza. Insieme ad un gruppo di amici stiamo riprogettando le manovre correnti e l’armamento. Con l’aiuto di un falegname stiamo ridisegnando gli interni. mi piace l’idea di far rinascere una imbarcazione che ha una storia da raccontare e cha ha fatto divertire tanti amici.
VAGABONDA – DEHLER 34
ANNO: 1989 – PROGETTISTA: VAN DE STADT – CANTIERE: DEHLER – LUNGHEZZA: 9,96 – BREVE STORIA / DESCRIZIONE DELLA BARCA: “Un sogno conquistato tre anni fa , appartenuta per anni da un unico armatore ( adesso è miaaaaaaaaa!!!!!!!!!!)”
QUASAR – SOLARIS ONE CR 49
ANNO: 1986 – PROGETTISTA: PETERSON – CANTIERE: Se.Ri.Gi. – LUNGHEZZA: 49ft – BREVE STORIA / DESCRIZIONE DELLA BARCA: “Varo nel 1986 come “Kapoc V”, vince nello stesso anno gli Italiani prima classe IOR crociera a Capri. Costruita in epossidico come prima di una serie di Club Racer del cantiere (versione sportiva del Solaris One 46), ha bulbo in piombo con pescaggio mt 2.95, albero Velscaff a tre ordini di crocette, attrezzature di coperta Lewmar. La superficie velica (randa + genoa) è pari a 150 mq. La barca ha una sola “sorella”, meno invelata. Dopo alcune stagioni in Tirreno viene compravenduta nel 1994, il nuovo armatore trasferisce la barca nel cantiere costruttore dove viene completamente rigenerata pari all’origine con solo alcune modifiche agli impianti. L’imbarcazione fino al 2011 (anno del mio acquisto) veleggia e gareggia nel golfo di Trieste. Nel 2015 la barca è stata completamente riverniciata”.
RAINBOW – C&C 61
ANNO: 1972 – PROGETTISTA: CUTHBERTSON&CASSIAN – CANTIERE: C&C – LUNGHEZZA: 18,70mt – BREVE STORIA / DESCRIZIONE DELLA BARCA: Nel 1972 nessuno aveva mai visto uno scafo in sandwich di tali dimensioni. il Rainbow fu commissionato dal fumettista Stan Lee, il papà di Spiderman e di tutto il “mondo Marvel”. La barca venne chiamata Robon, gemella dell’allora più conosciuta Helisara IV del direttore d’orchestra Von Karajan. Nel 2000 diventa proprietà della famiglia Rocca, che la riporta al suo antico splendore dopo un refiitting totale degli impianti e di alcune parti dell’attrezzatura in coperta, che ha mantenuto il carattere e lo stile originali. Otto lunghi mesi di cantiere prima di riprendere il mare per partecipare alle regate e navigare in crociera in ogni angolo del Mediterraneo. Il Rainbow di base sverna nel Mar Ligure passando ogni anno qualche mese a terra per poter mantenere più integro e asciutto lo scafo. Uno scafo che nel 1972, anno in cui fu costruito dai cantieri C&C sul lago Ontario in Canada su progetto di Cuthbertson&Cassian, ha segnato un punto di svolta epico nel mondo della nautica. Perché i due progettisti canadesi furono pionieri lungimiranti nel mondo della costruzione delle imbarcazioni, assemblando fibra di vetro e balsa (sandwich di balsa), in modo da creare scafi più leggeri e rigidi.